In Cile a fianco del popolo Mapuche
I Mapuche, popolo indigeno del Cile, da anni è perseguitato e ignorato: lo Stato non ne riconosce l’esistenza e non ne tutela l’identità. Privati delle loro terre d’origine, sono costretti a lottare per riaverle e per questo sono vittime di forti repressioni. La Comunità, con i volontari, li sostiene in questo cammino di rivendicazione in modo pacifico e nonviolento. Sostienili anche tu.
La presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII in Cile risale al 1994. Dopo una lunga presenza nel paese avendo vissuto fianco a fianco con la sua popolazione più povera ed emarginata, abbiamo scelto di impegnarci anche al fianco del popolo Mapuche. Sono la più grande comunità indigena del paese e da sempre si battono per il riconoscimento e la difesa della propria identità e cultura, schiacciata dallo Stato che non riconosce l’esistenza di popoli originari e non ne tutela la sopravvivenza, e dalle grandi imprese che usurpano le loro terre, unica loro fonte di sostentamento.
I volontari accompagnati da “Operazione Colomba” (il corpo nonviolento di pace della Comunità) hanno scelto di stare al loro fianco, condividendo la loro richiesta di rispetto e testimoniando i soprusi che sono costretti a subire.
I Mapuche vivono a stretto contatto con la natura e si sostengono grazie all’agricoltura e all’allevamento. Ma la loro vita è costantemente minacciata: sono stati privati delle loro terre d’origine in cui vivono da generazioni, vengono privati dell’acqua e di altre risorse naturali, essenziali per la loro sopravvivenza oltre che per il modo di vivere della loro cultura. I Mapuche vengono emarginati, discriminati, trattati come "fannulloni" e come i più poveri tra i poveri. Non ricevono nessuna tutela, nessun diritto da parte dello Stato che, dato l'ampliarsi del movimento, li tratta addirittura come veri e propri terroristi.
Denunciare questa ingiustizia sociale ha spinto giovani ragazzi italiani a partire per vivere insieme a questo popolo ancestrale la loro lotta pacifica, condividendo con loro la vita quotidiana, le fatiche e anche le speranze. La loro presenza funge da protezione nonviolenta e supporto nei momenti di protesta pubblici, quando spesso i protestanti sono vittime di forti e violente repressioni da parte delle forze armate.
I Mapuche sono portatori di una cultura che rispetta la natura e il territorio e ci insegnano una nuova forma di sviluppo, più sobria e che vive in sinergia con l’ambiente e la natura.
L’unica arma che portano con sé è la parola, e cercano così di far valere i diritti di questi popoli schiacciati, sensibilizzando e promuovendo la lotta, in modo pacifico. Sostieni i volontari affinché rimangano al fianco del popolo Mapuche per ridar loro dignità e giustizia.
I Mapuche sono portatori di una cultura che rispetta la natura e il territorio e ci insegnano una nuova forma di sviluppo, più sobria e che vive in sinergia con l’ambiente e la natura.
L’unica arma che portano con sé è la parola, e cercano così di far valere i diritti di questi popoli schiacciati, sensibilizzando e promuovendo la lotta, in modo pacifico. Sostieni i volontari affinché rimangano al fianco del popolo Mapuche per ridar loro dignità e giustizia.
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Puoi donare anche con bonifico bancario o bollettino postale.
IBAN: IT04 X030 6909 6061 0000 0008 036
CONTO CORRENTE POSTALE: 12148417
Entrambi intestati a: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Causale da specificare: 22R017 sostegno Mapuche
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La presenza della Comunità Papa Giovanni XXIII in Cile risale al 1994. Dopo una lunga presenza nel paese avendo vissuto fianco a fianco con la sua popolazione più povera ed emarginata, abbiamo scelto di impegnarci anche al fianco del popolo Mapuche. Sono la più grande comunità indigena del paese e da sempre si battono per il riconoscimento e la difesa della propria identità e cultura, schiacciata dallo Stato che non riconosce l’esistenza di popoli originari e non ne tutela la sopravvivenza, e dalle grandi imprese che usurpano le loro terre, unica loro fonte di sostentamento.
I volontari accompagnati da “Operazione Colomba” (il corpo nonviolento di pace della Comunità) hanno scelto di stare al loro fianco, condividendo la loro richiesta di rispetto e testimoniando i soprusi che sono costretti a subire.
I Mapuche vivono a stretto contatto con la natura e si sostengono grazie all’agricoltura e all’allevamento. Ma la loro vita è costantemente minacciata: sono stati privati delle loro terre d’origine in cui vivono da generazioni, vengono privati dell’acqua e di altre risorse naturali, essenziali per la loro sopravvivenza oltre che per il modo di vivere della loro cultura. I Mapuche vengono emarginati, discriminati, trattati come "fannulloni" e come i più poveri tra i poveri. Non ricevono nessuna tutela, nessun diritto da parte dello Stato che, dato l'ampliarsi del movimento, li tratta addirittura come veri e propri terroristi.
Denunciare questa ingiustizia sociale ha spinto giovani ragazzi italiani a partire per vivere insieme a questo popolo ancestrale la loro lotta pacifica, condividendo con loro la vita quotidiana, le fatiche e anche le speranze. La loro presenza funge da protezione nonviolenta e supporto nei momenti di protesta pubblici, quando spesso i protestanti sono vittime di forti e violente repressioni da parte delle forze armate.
I Mapuche sono portatori di una cultura che rispetta la natura e il territorio e ci insegnano una nuova forma di sviluppo, più sobria e che vive in sinergia con l’ambiente e la natura.
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