Operazione Colomba in Libano - 2021

Sono migliaia gli sfollati che ancora vivono nei campi profughi del nord del Libano, molti anche qui a Tel Abbas. I volontari di Operazione Colomba, il corpo nonviolento della Comunità Papa Giovanni XXIII, condividono con loro la sofferenza ma anche la speranza. Sostienili per costruire insieme la pace.

Operazione Colomba in Libano - 2021

Sono migliaia gli sfollati che ancora vivono nei campi profughi del nord del Libano, molti anche qui a Tel Abbas. I volontari di Operazione Colomba, il corpo nonviolento della Comunità Papa Giovanni XXIII, condividono con loro la sofferenza ma anche la speranza. Sostienili per costruire insieme la pace.

Dal settembre 2013 Operazione Colomba è presente al fianco dei profughi siriani, nel campo di Tel Abbas, nel nord del Libano.
La situazione in Siria, dove dal 2011 si combatte una guerra che vede contrapporsi diverse forze filo e anti governative, rimane disastrosa: 400 mila morti, 6 milioni e mezzo di sfollati, 5 milioni di profughi costretti ad abbandonare il Paese; di questi più di un milione ha cercato riparo nel confinante Libano (di soli 4,5 milioni di abitanti).
I volontari di Operazione Colomba vivono nel campo insieme ai profughi per star loro accanto ed aiutarli nella quotidianità.
La presenza dei volontari è necessaria: visitano le famiglie più fragili per dar loro sostegno; creano momenti di incontro per placare le tensioni e favorire il dialogo; organizzano momenti di svago e animazione per i bambini; raccolgono testimonianze utili a monitorare e denunciare le violazioni dei Diritti Umani; sostengono e promuovono la “Proposta di Pace” per la Siria elaborata insieme ai profughi siriani, grazie anche al supporto di alcune Istituzioni e della società civile.
La presenza dei volontari attenua la durezza della vita nel campo profughi (particolarmente difficile a causa dell’estrema povertà, delle tensioni e della mancanza di prospettive), ma la situazione è ancora critica e le condizioni dei profughi sono state rese ancor più precarie dall’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia.

Nonostante il Covid-19, i volontari di Operazione Colomba continuano a condividere la vita e ad operare al fianco dei profughi siriani che ancora vivono nei campi del nord del Libano. Sostenerli in questo periodo così faticoso, dove sono difficili anche solo gli spostamenti, significa credere ancora nella forza delle relazioni e nella pace che nasce dal rimanere vicini e sognare insieme.

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Dal settembre 2013 Operazione Colomba è presente al fianco dei profughi siriani, nel campo di Tel Abbas, nel nord del Libano.
La situazione in Siria, dove dal 2011 si combatte una guerra che vede contrapporsi diverse forze filo e anti governative, rimane disastrosa: 400 mila morti, 6 milioni e mezzo di sfollati, 5 milioni di profughi costretti ad abbandonare il Paese; di questi più di un milione ha cercato riparo nel confinante Libano (di soli 4,5 milioni di abitanti).
I volontari di Operazione Colomba vivono nel campo insieme ai profughi per star loro accanto ed aiutarli nella quotidianità.
La presenza dei volontari è necessaria: visitano le famiglie più fragili per dar loro sostegno; creano momenti di incontro per placare le tensioni e favorire il dialogo; organizzano momenti di svago e animazione per i bambini; raccolgono testimonianze utili a monitorare e denunciare le violazioni dei Diritti Umani; sostengono e promuovono la “Proposta di Pace” per la Siria elaborata insieme ai profughi siriani, grazie anche al supporto di alcune Istituzioni e della società civile.
La presenza dei volontari attenua la durezza della vita nel campo profughi (particolarmente difficile a causa dell’estrema povertà, delle tensioni e della mancanza di prospettive), ma la situazione è ancora critica e le condizioni dei profughi sono state rese ancor più precarie dall’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia.

Nonostante il Covid-19, i volontari di Operazione Colomba continuano a condividere la vita e ad operare al fianco dei profughi siriani che ancora vivono nei campi del nord del Libano. Sostenerli in questo periodo così faticoso, dove sono difficili anche solo gli spostamenti, significa credere ancora nella forza delle relazioni e nella pace che nasce dal rimanere vicini e sognare insieme.

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