Venti(4) di pace, con il desiderio di un mondo senza frontiere

Ciao, sono Pietro e da due settimane mi trovo in Grecia, come volontario di Operazione di Colomba (corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII).  Fra due giorni sarà il mio compleanno e questa occasione può diventare più speciale se associata a una buona causa. Come cittadino privilegiato ho avuto tutto dalla vita, fin troppo probabilmente. Oggi vorrei dedicare il vostro regalo a chi, invece, vive situazioni drammatiche. Io sono partito perché volevo entrare nella complessità di queste persone e perché come cittadino europeo mi sento responsabile direttamente delle scelte politiche dei campi chiusi che sono strutture detentive. Detenere e respingere ha poco a che fare con l’accoglienza. Con gli aiuti di Bruxelles, il governo di Atene sta cercando di azzerare gli sbarchi, blindando gli accessi via terra e confinando i profughi rendendoli invisibili. L. In uno dei primi incontri mi disse ‘’pensavo che non potessimo vivere peggio. Prima almeno qualcuno ci vedeva, oggi non esistiamo, siamo fantasmi’’. Mi rifiuto di credere che questa sia  l’unica soluzione possibile al fenomeno migratorio. Per un cambiamento radicale c’è bisogno di  responsabilità collettive, noi possiamo ribaltare questo paradigma. Noi, nel nostro piccolo cerchiamo di ridare umanità a queste persone che filo spinato, tende e condizioni di vita non dignitose invece cancellano. Noi, con la condivisione diretta della vita con i più fragili, cerchiamo di costruire un futuro di pace e giustizia dando voce a queste persone che chiedono di non essere abbandonate. Non tutti devono decidere di partire, ma un pensiero da parte vostra è fondamentale per mandare avanti questo progetto. In questo cammino abbiamo bisogno di te, ci aspettano sfide enormi ed orizzonti meravigliosi. Grazie!

Venti(4) di pace, con il desiderio di un mondo senza frontiere

Una raccolta fondi per l'occasione speciale "Compleanno" (20/02/2022)
Raccolta fondi di Pietro Arese

Ciao, sono Pietro e da due settimane mi trovo in Grecia, come volontario di Operazione di Colomba (corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII).  

Fra due giorni sarà il mio compleanno e questa occasione può diventare più speciale se associata a una buona causa. Come cittadino privilegiato ho avuto tutto dalla vita, fin troppo probabilmente. Oggi vorrei dedicare il vostro regalo a chi, invece, vive situazioni drammatiche. Io sono partito perché volevo entrare nella complessità di queste persone e perché come cittadino europeo mi sento responsabile direttamente delle scelte politiche dei campi chiusi che sono strutture detentive. Detenere e respingere ha poco a che fare con l’accoglienza. Con gli aiuti di Bruxelles, il governo di Atene sta cercando di azzerare gli sbarchi, blindando gli accessi via terra e confinando i profughi rendendoli invisibili. 

L. In uno dei primi incontri mi disse ‘’pensavo che non potessimo vivere peggio. Prima almeno qualcuno ci vedeva, oggi non esistiamo, siamo fantasmi’’. Mi rifiuto di credere che questa sia  l’unica soluzione possibile al fenomeno migratorio. Per un cambiamento radicale c’è bisogno di  responsabilità collettive, noi possiamo ribaltare questo paradigma. 

Noi, nel nostro piccolo cerchiamo di ridare umanità a queste persone che filo spinato, tende e condizioni di vita non dignitose invece cancellano. Noi, con la condivisione diretta della vita con i più fragili, cerchiamo di costruire un futuro di pace e giustizia dando voce a queste persone che chiedono di non essere abbandonate. Non tutti devono decidere di partire, ma un pensiero da parte vostra è fondamentale per mandare avanti questo progetto. 


In questo cammino abbiamo bisogno di te, ci aspettano sfide enormi ed orizzonti meravigliosi. 

Grazie!

2.700 €

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La raccolta fondi sostiene il progetto: Ho un Fratello a Lesbo che mi aspetta
Obiettivo totale del progetto: 58.900 €

Migliaia di uomini, donne e bambini scappati da guerre e miseria, arrivano al campo profughi di Lesbo, in Grecia, con la speranza di un nuovo inizio ma qui scoprono solo altra sofferenza. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha scelto di essere a Lesbo per condividere il dramma di questa umanità, per dare voce a queste persone inascoltate. La presenza dei volontari della Comunità e di Operazione Colomba (corpo nonviolento di pace della Comunità) e l’accoglienza nella casa famiglia di Atene è indispensabile: aiutaci ad essere presenti a fianco di uomini, donne e bambini che soffrono in un silenzio disperato. Loro hanno bisogno di noi, ora.

APG23

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